«Oggi il costo dell’energia è un handicap notevole per tutte quelle imprese che ne fanno un uso intensivo, come quelle bresciane e lombarde più in generale. Consapevoli di questo problema stiamo lavorando a una risoluzione che possa indirizzare il Parlamento europeo a una serie di interventi volti a supportare le aziende nella competizione internazionale».
L’ex sindaco di Bergamo Giorgio Gori, oggi vicepresidente della Commissione parlamentare Industria del Parlamento europeo è il relatore di questa risoluzione, che presto approderà nell’aula plenaria di Strasburgo.
Progetti
«Tra i meccanismi a cui stiamo pensando, – sottolinea Gori – oltre ad una promozione su larga scala dei contratti di lungo termine, in cui il prezzo dell’energia elettrica sia sganciato da quello del gas, c’è anche la diffusione del modello di «anticipazione-restituzione», il cosiddetto Energy Release, di imminente avvio in Italia, che prevede una riserva di energia rinnovabile a costo fisso per le industrie ad alta intensità energetica, in cambio di investimenti in impianti per produrre un equivalente quantitativo di energia rinnovabile».
Da inizio settimana, l’europarlamentare bergamasco fa parte della delegazione della Commissione Industria Tecnologia Ricerca ed Energia in trasferta in alcune aree produttive del Nord Italia con l’obiettivo di conoscere da vicino le eccellenze del nostro tessuto manifatturiero. La loro visita, iniziata dal cantiere di Marghera di Fincantieri, ieri ha fatto tappa anche alla Carlo Gnutti di Maclodio.
Obiettivi
«Tra le questioni sul tavolo – rimarca Gori – la più urgente è sicuramente quella del costo dell’energia. Stiamo lavorando alacremente a questa risoluzione, promuovendo anche i Power purchase agreement (Ppa): contratti a lungo termine tra acquirenti e fornitori di energia rinnovabile. Un’azione – continua – che inevitabilmente necessita di garanzie pubbliche e che consente alle imprese dei prezzi più calmierati».
L’ex primo cittadino di Bergamo conosce bene il nostro territorio e non perde occasione per evidenziare che la «sua» risoluzione non si «limiterà» al tema energetico, ma mira a «proteggere la competizione industriale» del Belpaese. «Per questo motivo – chiude Gori – abbiamo previsto anche misure che salvaguardino il comparto dell’acciaio, non solo con delle barriere all’entrata per i prodotti provenienti da alcuni mercati «anticoncorrenziali», ma anche inserendo il rottame utilizzato dai forni elettrici nell’elenco delle “materie stragiche” da tutelare».
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